Il sonno dorme. Solo ogni tanto apre un occhio, e molto raramente tutti e due. Attorno a lui si muovono i suoi aiutanti Sbadiglio e Puntiglio.
Da qualche parte dormono i sogni, pronti però a inforcare le ali per volare nella notte. Tutt’intorno bottiglie, ampolline colorate, carillon, oggetti strani.
E si inventano ninne nanne, canzoncine, filastrocche…

Il testo prende spunto da una conversazione dell’autrice con un giovane papà: il suo bambino la sera non vuole mai dormire e prendere sonno… Perciò, quando si è trattato di pensare a uno spettacolo per i più piccoli, ecco che il tema è stato subito chiaro; e dal tema è poi nata la scrittura drammaturgica, che proprio perché si rivolge ai bambini, è tutta intessuta di filastrocche e piccole storie in versi.
Così, in modo sorridente e giocoso, il momento del “prender sonno” diventa un gioco dell’immaginazione, da costruire con tanti piccoli gesti rituali – come contare le pecorelle per esempio – cui abbandonarsi con gioia e serenità, fiduciosamente.
Anche quando il sonno stenta ad arrivare.