GORIZIA

sabato 1 settembre
ore 21.00
Kulturni dom

Presentazione del libro di Gigio Bunello e Francesca Di Fazio
Gigio Brunello. Tragedie e commedie per tavoli e baracche.

Il libro è pubblicato da De Bastiani Editore con il sostegno di BMTP, e contiene una scelta di dieci testi per il teatro di figura scritti da Gigio
Brunello in collaborazione con Gyula Molnar. La prefazione è di Piero Brunello e l’apparato critico è curato da Francesca Di Fazio.
Gigio Brunello e Giulio Molnar ci consegnano un volume per non disperdere la memoria del loro teatro, dove drammaturgia e regia, pensieri e figure, parole e gesti, recitazione e animazione rivelano una simbiosi indissolubile.
Non si tratta di un libro autocelebrativo, ma di un solco che traccia un teatro dalla spiccata originalità.
(Alfonso Cipolla)

a seguire

Beati i perseguitati a causa della giustizia, perchè di essi è il regno dei cieli

Capita, a volte, di vedere uno spettacolo che non ti lascia più. L’ultima volta mi è capitato qualche giorno fa, un opera d’arte di burattini, scritta da Gigio Brunello. Baracca e burattini si prestano, con coraggiosa irriverenza, a diventare lo scenario inedito di un colloquio tra il burattino più famoso del mondo e il Figlio dell’Uomo, intorno a una delle più toccanti beatitudini del Vangelo. Entrambi sono creduloni, uno crede di essere figlio di Dio, l’altro crede alle fate, entrambi in galera per storie di soldi. Forse non si rivedranno più, ma le parole che si scambiano in cella, quegli sguardi (i burattini hanno sguardi), non possono non arrivare alla testa e al cuore. Questo spettacolo capiterà vicino a casa vostra, forse, un giorno, non fatevelo sfuggire per nulla al mondo.
(Francesco Masala)

Con eloquente sottotitolo Dialogo tra Gesù Nazareno e Pinocchio incarcerati, lo spettacolo è una struggente riflessione sul tema della libertà e della prigionia. Dietro alle sbarre i protagonisti, entrambi figli di falegname, dialogano… Raccontano il camminare liberi, la brutalità dell’improvvisa, inspiegabile reclusione. Non si arrendono neppure quando i chiavistelli stridono e una voce chiama verso un destino prevedibilmente tragico. Indomabili, dal fondo delle opprimenti celle buie non cessano di evocare abbaglianti paesaggi di luce e libertà.
(Eugenia Praloran)

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