Gorizia | Teatro Bratuž
2 febbraio 2019, ore 16.30

Rodisio Teatro
CARI CUCCIOLI

di e con Manuela Capece e Davide Doro

Cari Cuccioli affascina piccoli e adulti conducendoli al di là del bosco, in un territorio impalpabile e soffice, un posto segreto dove vi sono cura e dolcezza. I due attori, attraverso piccoli gesti e pochi oggetti, ricreano una casa pronta ad accogliere ciò che verrà, il futuro che cresce.
Cari cuccioli
è uno spettacolo tenero, pieno di poesia e delicatezza, un haiku che contiene immagini emozionanti, create con una grande perfezione scenica, dove ogni elemento è pesato nei minimi dettagli. Uno spettacolo che lavora su più livelli interpretativi e intreccia elementi ripresi dalle fiabe classiche e archetipi ancestrali: si attraversa il bosco e si bussa alla porta perché il nuovo è ciò che non si conosce e che proviene da fuori.
Se lo spettacolo per i bambini può rappresentare un’iniziazione all’esperienza teatrale, per i grandi è il racconto della condizione che si attraversa quando ci si prepara a diventare genitori. La casa è pronta, il latte è nella tazza, il fuoco è acceso, e si aspetta che la nuova vita, il caro cucciolo, bussi a quella porta. Il rito è iniziato.
Cari cuccioli è una riflessione poetica sull’arte del crescere. Su quel tempo prezioso e
irripetibile fatto di attesa, e di sogni.


+2
durata ’40


Manuela Capece e Davide Doro, attori, autori e registi fondano la compagnia Rodisio nel 2005. Gli spettacoli della compagnia sono prodotti in Italia e all’estero e tradotti in 10 lingue. Il loro linguaggio scenico si nutre di quotidianità, per farne emergere gli aspetti più sorprendenti, parlando sempre con ironia e leggerezza, inseguendo con passione, un’idea di apertura e condivisione in contatto con lingue, culture e pubblici differenti.
La compagnia rodisio prende il suo nome dal rodizio, un luogo dove ci s’incontra, ci si siede insieme intorno a una tavola apparecchiata semplicemente
, e si trascorre la serata assaggiando a rotazione piccole porzioni della cucina locale, fino a che non si è sazi. Si continua finché ce n’è.

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